domenica 17 febbraio 2008

Si può credere alle promesse di Veltroni?


La campagna elettorale entra nel vivo. La decisione del loft del PD di partecipare alla competizione da solo ha scompaginato assetti e alleanze.
Tutti hanno dovuto riorganizzarsi, ripensare la loro presenza; lo ha fatto Berlusconi, lo ha fatto il centro (da Mastella a Casini), lo ha fatto la sinistra radicale.
Qualcuno, se la campagna elettorale gira male, rischia di trovarsi fuori dal parlamento o con una rappresentanza molto risicata.
Errata corrige: il PD correrà quasi da solo. Infatti è stato raggiunto un accordo con l'Italia dei Valori, che serve per intercettare una parte del sentimento antipolitico che potrebbe convogliarsi, visto il clima attuale, verso Di Pietro.
Diamo atto a Veltroni; ha gettato all'improvviso un sasso nell'acqua stagnante e imputridita della politica italiana.
Se però tutto ciò porterà effettive e durature novità nella struttura e nel modus operandi dei partiti, in direzione della tanto agognata (dai cittadini) semplificazione, è presto per dirlo.
Walterone poi ha iniziato senza indugi la rincorsa al cavaliere proponendo un programma, i dodici punti in presentazione in questi giorni. Bravo e tempestivo anche in questo.
Leggendoli si fatica a non essere d'accordo; le 280 pagine elaborate dal centrosinistra nella scorsa campagna elettorale erano state scritte per contenere le idee, le rivendicazioni e le paturnie un pò di tutti.
Un libro delle belle parole, steso con la consapevolezza che non ne sarebbe stato realizzato nemmeno un quinto, anche se Prodi fosse durato fino al termine della legislatura.
Invece un programma snello, articolato in pochi capitoli chiari appare senza dubbio più realistico e fattibile. Allora se pò fà? Forse.
Ma con quali risorse finanziarie verranno affrontati questi punti?
Come finanziare i nuovi asili che nelle parole di Walter dovranno essere quasi sempre aperti, per andare incontro alla difficoltà di molte coppie nel gestire i figli?
E il salario minimo legale a 1100 euro al mese come verrà pagato? E la dote fiscale? La ricerca scientifica? L'arrivo della banda larga in ogni dove?
Il cittadino mediamente informato e attento alla politica è frastornato da un costante balletto di cifre, sul tasso di crescita, sul carovita, sul PIL, sul tesoretto (c'è, non c'è) ma di una cosa è sicuro: il debito pubblico italiano continua ad essere troppo alto.
Il contratto con gli italiani di Berlusconi doveva renderci tutti più ricchi; l'enciclopedia prodiana doveva essere il libro mastro del cambiamento.
Adesso con i dodici punti siamo al Bignami o all'opuscoletto delle belle parole? Il sospetto è forte. Apparentemente positivo anche un altro aspetto della strategia veltroniana: il codice etico, che impedisce di candidare persone con problemi di fedina penale, assieme all'operazione svecchiamento che dovrebbe portare nelle istituzioni i trentenni - quarantenni.
Tutto ciò è obiettivamente suggestivo e va incontro a un'altra sacrosanta rivendicazione degli elettori.
Berlusca invece ha dichiarato che ripresenterà i parlamentari uscenti, traducendo rimetterà in campo i soliti vecchi arnesi (come lui del resto). Dunque se potemo fidà der Walterone?
Purtroppo i sospetti restano; molto sgradevole infatti è stata l'uscita sulle intercettazioni telefoniche che secondo un Veltroni in perfetto accordo bipartisan con il centrodestra, non dovrebbero essere più pubblicate.
Non se ne vede il motivo, dato che ciò che i quotidiani hanno raccontato negli scorsi mesi, su Calciopoli, Fazio, Unipol, gli scandali della Rai, Mastella etc era stato semplicemente desunto da atti depositati presso le cancellerie e dunque, come la legge stabilisce, a disposizione di tutti.
L'opinione pubblica ha il diritto di sapere, i giornalisti hanno fatto il loro lavoro. L'idea di secretare le intercettazioni fino alla chiusura dei processi farebbe calare una greve cappa sovietica sulla libertà di informazione. Un colpo gravissimo alla democrazia da parte di chi si definisce democratico per antonomasia.
Sui vari scandali e scandaletti non sapremmo nulla, magari Fazio sarebbe ancora a Bankitalia a maneggiare.
Ecco, Veltroni sarebbe veramente affidabile se avesse detto che la pubblicazione delle intercettazioni è doverosa e non si può limitare.
Darebbe al paese il messaggio che intende sanare il conflitto con una classe politica che non è per nulla incline ad accettare il ruolo della magistratura o il controllo della stampa.
Diversamente, cosa cambia rispetto agli altri? Aspettiamo un altro colpo d'ala, se verrà.
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