lunedì 18 febbraio 2008

A chi giova l'indipendenza del Kosovo


17 Febbraio 2008: il Kosovo ha dichiarato l'indipendenza. Lo si sapeva da tempo, cronaca di un'indipendenza annunciata.
Allora fine della vicenda? Non credo.
Questa regione stretta fra Serbia, Montenegro, Macedonia e Albania è un lembo di terra con un'estensione più o meno pari all'Abruzzo o all'Umbria.
E' una piccola regione con una storia grande nella sua tragicità.
Nel tempo il Kosovo è stato attraversato da numerosi conflitti e odi interetnici, che si sono intrecciati con le differenze religiose; fino alla guerra del 1999 che nelle intenzioni del presidente Milosevic doveva riportarlo sotto il pieno controllo di Belgrado attraverso l'annientamento o l'espulsione della maggioranza albanese.
Perchè il Kosovo, nonostante la sua composizione etnica, come si sa riveste un'importanza fondamentale nella storia di quel popolo, essendo stato il campo di battaglia dove si è forgiato il sentimento dell'identità serba.
La "soluzione finale" di Milosevic era naturalmente inaccettabile per la comunità internazionale, che ha separato con la forza i contendenti e congelato per un pò la situazione.
La storia europea è stata spesso condizionata dalle faccende balcaniche; fu l'assassinio dell'erede al trono asburgico a Sarajevo, il 28 Giugno 1914, a scatenare la prima guerra mondiale.
Siamo ben lungi dal trovarci alla vigilia di un nuovo conflitto generalizzato, però vale la pena di riflettere sulle dinamiche politiche che l'avvenimento di ieri metterà in moto.
Per la Serbia ovviamente lo smacco è pesante e ora ha il problema di tutelare, non si sa come, la minoranza serba asserragliata dentro i fortilizi protetti dal contingente internazionale.
Una grana per il nuovo premier Tadic di fronte all'opinione pubblica, che potrebbe portare instabilità in un altro paese cruciale per gli equilibri internazionali.
Per la Russia neozarista di Putin alla ricerca della grandeur perduta, lo smacco è altrettanto grave.
Al di là dei vincoli di amicizia e sangue sbandierati con la nazione serba, molto più prosaicamente si trova ancora una volta sotto scacco: la sua opinione è stata ignorata dall'Europa e dagli USA, il suo orgoglio è ferito.
Le relazioni con questi due paesi si raffredderanno; non sarà una riedizione della cortina di ferro ma qualche problema lo porterà.
Per la Russia inoltre il precedente kosovaro è dannoso in quanto anche al suo interno vi sono spinte irredentiste (basta pensare alla Cecenia), che potrebbero rinvigorirsi.
Come nella teoria del domino possono esplodere altri focolai di crisi e neppure la vecchia e pacifica Europa ne è esente. Non a caso la Spagna si è pronunciata contro la decisione dei kosovari.
Facendo un calcolo strettamente utilitaristico l'indipendenza del Kosovo non giova a nessuno di questi attori.
In sostanza, chi non deve fare i conti con spinte autonomiste ha dato il placet e gli altri... Problema irrilevante, anche per l'Italia che per bocca del ministro degli esteri D'Alema ha liquidato frettolosamente la questione.
Gli USA hanno spinto con decisione verso questo esito, ma non per tener fede alla vecchia idealistica teoria di Wilson sull'autodeterminazione dei popoli.
L'appoggio alla causa del Kosovo, che ripagherà gli Stati Uniti con la fedeltà, è un altra mossa di potere, per guadagnare spazio nello scacchiere est-europeo contro la Russia.
A loro giova questa strategia cinica, ma solo apparentemente.
Resta da chiedersi se la nascita di uno stato sovrano nel Kosovo serve ai kosovari stessi. L'economia locale è pressochè inesistente, si basa quasi per intero sulle rimesse (lecite e illecite) dall'estero e sul supporto finanziario e logistico degli stati europei, attraverso la missione civile/militare ivi stanziata.
Il Kosovo dunque continuerà a essere assistito a spese del contribuente europeo, o nell'ipotesi peggiore sarà uno stato contrabbandiere come il vicino Montenegro. Il suo premier Thaci è sempre stato sospettato di essere il capo della cupola mafiosa kosovara.
Allora l'autodeterminazione non conta niente, il Kosovo doveva rassegnarsi a restare sotto la sovranità serba? Impensabile e ingiusto moralmente; dopo il bagno di sangue del 1999, le cose non sarebbero più potute tornare come prima.
E' discutibile il modo con cui si è giunti alla dichiarazione del 17 Febbraio. La UE è colpevole per non aver guidato una vera mediazione, verso una soluzione condivisa fra le parti che era difficile ma possibile, opponendosi all'ingerenza americana.
Non ha scelto un interlocutore degno come il partito del defunto Rugova, ma al contrario ha accettato il PKK, più simile a un'organizzazione paramilitare e paramafiosa che a un partito, sbattendo la porta in faccia a un paese, la Serbia, che invece andrebbe avvicinata all'Europa.
Un esempio di ciò che non deve essere la politica estera, la premessa di conflitti futuri.
Bookmark and Share

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Su questo articolo viene fatta un’ipotesi piuttosto inquitante su quello che potrebbe essere il futuro dell’equilibrio geopolitico dopo la dichiarazione di indipendenza kosovara.

http://www.settimopotere.com/index.php?option=com_content&task=view&id=150&Itemid=52

Zadig ha detto...

L'ho letto. Davvero inquietante. Efficace l'immagine di USA e Russia come due elefanti che finora hanno cercato di scansarsi.
Ci riusciranno ancora?