giovedì 15 maggio 2008

Anche contro Travaglio la strategia della delegittimazione


Finalmente abbiamo scoperto qual'è il vero male dell'Italia: Marco Travaglio. Dopo la puntata di Che tempo che fa della scorsa Domenica sul giornalista sono piovuti fiumi di critiche e insulti da parte della casta e dei suoi colleghi - coltelli della stampa.
Noto che in questi ultimi giorni è in buona compagnia; dopo Beppe Grillo anche il posato ma efficace Gian Antonio Stella, autore di un nuovo j'accuse contro il malcostume nazionale, viene preso a bersaglio.
Travaglio nei confronti di Schifani effettivamente c'è andato pesante, però... Riflette il sentire di molti quando afferma che se si ripensa a chi ha presieduto le camere nel passato (da Pertini a Merzagora, dalla Iotti a Spadolini e così via) e poi si pensa a Schifani, si viene presi dallo sconforto.
Per dirla con Sciascia è come paragonare i veri uomini ai quaquaraquà. E comunque, per quanto dura, è un'opinione.
Negli altri paesi i politici sono abituati a sentirsi dire anche di peggio da comici, giornalisti e anchormen televisivi.
Già, negli altri paesi; è come dire in un altro pianeta o un'altra dimensione. Perchè siamo in Italia, il paese dove il neo presidente della camera Fini, detto dai suoi er Caghetta al tempo degli scontri di piazza fra fascisti e comunisti, ieri ha ricordato a Di Pietro durante il dibattito sulla fiducia che bisogna stare attenti a ciò che si dice.
Nell'Italia post terremoto elettorale bisogna essere cauti. Siamo ansiosi di sapere cosa rischia chi contravviene a questo avvertimento di chiaro sapore mafioso.
La nuova razza cafona e antidemocratica insediata nei palazzi del potere (che poi è quella vecchia, quella che ha già sgovernato l'Italia), fa leva sul risultato elettorale per esercitare la sua prepotenza verso chi canta fuori dal coro.
Aria di censura con la benedizione del Partito Democratico, quello dell'opposizione responsabile, non gridata: vale a dire sussurrata o tremebonda o meglio ancora inesistente, in virtù di qualche nuovo patto della crostata i cui contenuti presto o tardi saranno svelati agli italiani.
Che farebbero bene a preparare già la vaselina e mettersi col culo all'aria, Veltrusconi sta arrivando.
Anche il Partito Democratico si è indignato per le critiche del giornalista più scomodo d'Italia; d'altra parte si sa che costoro hanno un conto aperto con lui, che non gliele manda di certo a dire. Occasione buona per vendicarsi.
Il loft si è rammaricato, non si fa così. Petruccioli, ormai ex presidente della commissione parlamentare sulla RAI, sempre silenzioso in passato sugli scandali della tv pubblica, si è svegliato dal letargo e si è rammaricato pure lui. Non si fa così.
E' il politically correct di Veltroni, la mammola ipocrita che passerà alla storia come il trombato di lusso della sinistra italiana.
Ma Travaglio continuerà a lavorare, potrà ancora andare in tivù, se farà il bravo; la magnanima concessione arriva direttamente da mamma RAI. Non si dica che non c'è democrazia in Italia!
Non uno che si sia chiesto, nei salotti della politica o nelle redazioni dei giornali, ormai ridotti a uffici stampa decentrati dei partiti e dei gruppi economici, se Travaglio nel merito ha detto qualcosa di vero, quando ha ricordato le relazioni fra Schifani e alcune persone condannate per mafia.
Come al solito si svia la discussione dal fatto per delegittimare chi ha dato una notizia, un'informazione, che per esempio io come molti non avevo.
Travaglio fa il suo mestiere, mentre i camerieri del sistema dell'informazione fanno dell'altro. Tengono famiglia, i poveracci.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Basta andare a farsi un giro su "Cronache dall'imbecillario",e poi magari, riflettere un po'....
Maury

Zadig ha detto...

Quando avrò tempo andrò e poi ti farò sapere.