domenica 4 maggio 2008

Verona, squadristi neofascisti in azione

Fare due passi in centro con gli amici, in una sera come tante, può essere pericoloso. Rifiuti una sigaretta a una banda di ragazzotti cerebrolesi e attaccabrighe e vieni picchiato a sangue; puoi finire in ospedale in coma a lottare contro la morte. Com'è accaduto a Verona l'altra sera.
Per una volta non possiamo prendercela con l'immigrato, per una volta i responsabili del crimine sono giovani nostrani.
La notizia che dopo l'assurda aggressione contro un ragazzo c'è stato il fermo di un ultrà del Verona legato al Neofascismo, reo confesso, svela la pericolosità di un fenomeno (se ce n'era ancora bisogno) al quale finora non è stata prestata la dovuta attenzione.
Mentre in Alto Adige i kamaraden fanno cerimonie iniziatiche nei boschi, di notte, e si riuniscono in casolari addobbati con le svastiche per progettare la loro guerra delirante e insensata, a Verona il branco si aggira per le strade in cerca di vittime.
Si sa ancora poco, però risulta che il fermato era un frequentatore della curva sottoposto a Daspo e appartiene a una famiglia benestante. La meglio gioventù.
L'estremismo di destra, sottocultura residuata dal 900, pesca negli stadi la sua manovalanza; i dirigenti di movimenti come Forza Nuova propagandano il loro messaggio dove ci sono orecchie più inclini ad ascoltarli.
Poi una volta accalappiati questi passano all'azione a volte anche autonomamente, sfuggendo al controllo dei loro capi. Comè accaduto a Verona. Il branco non è sempre controllabile.
Adesso arriverà la solita presa di distanze degli sgherri di Fiore; i responsabili non erano iscritti, non c'entrano niente con noi, hanno infangato l'immagine del movimento.
Quale immagine? Il loro agire è la inevitabile conseguenza dell'ideologia a cui fanno riferimento, non c'è nessuna immagine infangata. Le cronache e i precedenti parlano da soli.
Forza Nuova, Fiamma Tricolore o altro...Che differenza fa?
E poi inizierà la solita discussione nelle televisioni e sui giornali, interverranno sociologi e psicologi a raccontarci di crisi dei valori, di frustrazioni che si sfogano con la violenza. Colpa delle famiglie, colpa della scuola...
Ma in attesa che gli esperti si mettano d'accordo, nell'Italia dell'eterno dibattere dove si decide poco, serve una legge speciale contro la marmaglia nera.
Una legge come quella che fu fatta al tempo del brigatismo: processi rapidi e galera assicurata per un considerevole numero di anni.
Bookmark and Share

Nessun commento: