mercoledì 15 aprile 2009

La vera colpa di Santoro


La vera colpa di Michele Santoro non è quella di aver fatto una puntata non equilibrata o faziosa sul terremoto in Abruzzo. Che valore ha un'accusa simile in Italia?
Tutti i giornalisti e i loro editori, che siano televisioni o quotidiani, sono faziosi. Nel senso che tutti sono vicini a una fazione, a un'area politica, hanno più simpatia per uno piuttosto che per un altro.
Meglio ancora, quasi tutti sono a libro paga di qualcuno e perciò per portare a casa la pagnotta a fine mese devono operare secondo le linee guida di chi gli paga lo stipendio. E chiede obbedienza totale: infatti sarebbe meglio chiamarli pennivendoli.
Chi paga gli stipendi dei giornalisti - pennivendoli? Se non è la Mediaset di Berlusconi è la Rai, che vuol dire sempre Berlusconi; se non è la Rai è qualche nome importante della finanza o dell'imprenditoria legata alla politica, come Caltagirone o la Telecom editrice di La7, e potremmo andare avanti per un bel pezzo; ma la situazione è chiara (almeno per quei pochi italiani che non hanno le fette di salame sugli occhi), non serve aggiungere altro.
La sua vera colpa è quella di aver rotto l'idillio che i media al servizio del potere stavano cercando di creare fra Berlusconi e l'opinione pubblica.
L'overdose informativa seguita alla tragedia dell'Abruzzo è stata sostanzialmente un peana al governo e al suo leader: quanto è bravo Berlusconi, quanto è stato solerte ed efficiente il governo, quanto sono stati bravi quelli della Protezione Civile, guidati da quel simpatico signore che compare in tivù in tuta da ginnastica, manco fosse l'allenatore della nazionale.
Per inciso, quel signore Bertolaso che era stato nominato a suo tempo commissario per i rifiuti in Campania, con carta bianca dall'allora premier Berlusconi, sempre lui, e non aveva combinato un bel niente.
Invece non tutto è andato per il verso giusto; ad oggi ci sono oltre 500 sfollati che bivaccano tutti assieme come le sardine in una tensostruttura destinata ad attività sportive, senza bagno, senza un pò d'intimità, senza nessun servizio.
Dove sono le famose tende promesse da Berlusconi, che aveva detto che in poche ore tutti i terremotati avrebbero avuto la loro sistemazione?
Alcuni paesini sono stati raggiunti dai soccorritori giorni dopo il sisma. Prima non si era visto nessuno, a cominciare dal signorino in tuta da ginnastica che ha sempre quell'aria operativa e rassicurante.
E prima del terremoto gli allarmi erano stati bellamente ignorati; un ricercatore è stato addirittura denunciato per procurato allarme. In Abruzzo è senz'altro mancata la prevenzione, come è senz'altro mancata una pianificazione seria e moderna del territorio. L'Abruzzo è l'ennesimo esempio delle speculazioni edilizie che affliggono il nostro paese. Punto e accapo.
Tutto questo è stato raccontato da Anno Zero, è semplicemente l'altra faccia del terremoto dell'Abruzzo.
In qualunque paese normale un governo cercherebbe di discolparsi, di portare le prove che ha ben operato, risponderebbe ai rilievi della stampa citando cifre e dati.
Ma non in Italia repubblichetta di Bananas; in Italia si mette in croce il giornalista che ha puntato l'attenzione su quello che non sta andando nelle operazioni di soccorso, sulla prevenzione che non ha funzionato. Attentato alla verità di regime. Lesa maestà.
A questo punto, per coerenza, ci aspettiamo che Angelino Alfano sguinzagli i famigerati ispettori ministeriali, visto che il procuratore capo dell'Aquila ha avuto l'ardire di affermare che le speculazioni e le violazioni di legge sono sicuramente accadute e e adesso il pericolo più grave è quello dell'infiltrazione mafiosa nella ricostruzione.
Con l'invito a fare una puntata riequilibratrice e la defenestrazione di Vauro Santoro si becca un bel cartellino giallo. Se continua così, se non riga dritto, ci sarà l'espulsione.
E' un bell'esordio per i nuovi vertici Rai, si prepara un nuovo editto bulgaro.

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