martedì 21 aprile 2009

Camerata La Russa dacci un taglio!

Anche quest'anno saremo spettatori delle solite polemiche sul 25 Aprile. Ad accendere la miccia con grande tempismo è La Russa, appena dopo che il Cavaliere aveva detto che probabilmente sarà presente alle celebrazioni, prima volta nella sua storia di uomo politico.
Dunque l'Ignazio - Vercingetorige - Geronimo nazionale dice che i partigiani non possono essere celebrati, perlomeno quelli di fede comunista; perchè non si trattava di veri liberatori, ma di persone che pensavano per l'Italia un futuro all'ombra del Patto di Varsavia. Questo il ragionamento.
L'affermazione è semplicistica, perchè non tiene conto della grande varietà di motivazioni individuali e di posizioni ideologiche sottesa alla scelta di aderire alla Resistenza.
La Resistenza non è stata un movimento armato monopolizzato dai comunisti - stalinisti, come sostiene il revisionismo di destra di questa seconda repubblica scassata e deliberatamente smemorata.
Al contrario fu un movimento caratterizzato dalla coesistenza di individui e gruppi organizzati di differente estrazione politica: c'erano i comunisti (che ne erano senz'altro una parte molto importante), ma vi erano presenti anche monarchici, repubblicani, socialisti, cattolici democratici.
Vi presero parte civili con opinioni politiche differenti, magari in forte contrasto tra loro (e con esiti a volte drammatici), e vi parteciparono militari che non risposero alla chiamata alle armi dei Repubblichini ma vollero rimanere fedeli, in un'ottica legalistica o legittimista, al governo monarchico.
Furono partigiani sia gli anziani che i giovani, sia le donne che gli uomini, anche al di là di adesioni ideologiche vere e proprie.
Alcuni per esempio si legarono ai partigiani perchè semplicemente odiavano i fascisti, o consideravano i tedeschi invasori da cacciare via. Una grande varietà di motivazioni stanno alla base della scelta di prendere parte alla Resistenza.
L'affermazione di La Russa perciò nasce da un'analisi superficiale e chiaramente strumentale. Non che il personaggio in oggetto abbia mai dimostrato una particolare statura intellettuale: è più famoso per le sue partecipazioni al Processo di Biscardi o per la caricatura che ne ha fatto Fiorello.
Però guarda caso, proprio quando pare che Berlusconi farà il bel gesto di partecipare alla giornata commemorativa, è uno dei suoi giannizzeri che riattizza il fuoco.
In questo modo Vercingetorige La Russa ottiene il risultato di tenere alto il livello dello scontro, perchè la destra ha bisogno anche della propaganda anticomunista per cementare i consensi.
E' una propaganda assordante e scema, che continua imperterrita nonostante il muro di Berlino sia crollato nel lontano 89, il PCI non esista più da 18 anni e i comunisti ormai non siano più presenti nemmeno nel Parlamento. Ma Ignazio e i suoi li vedono dappertutto, o cercano di impaurire gli italiani spingendoli a credere che siano ovunque, persino dentro lo sgabuzzino o sotto il letto.
Si ottiene inoltre il risultato di tenere l'Italia vincolata a dispute del passato; l'unico modo sereno e ragionevole di trattare questa pagina della nostra storia sarebbe di riconoscere che lì, in quel tragico biennio 1943 - 1945, furono gettate le basi della nostra democrazia, con i suoi pregi e difetti, con tutto ciò che di positivo e di negativo ha realizzato nel dopoguerra.
Ma è inevitabile che la destra italiana faccia scivolare il dibattito su questo crinale tenendo viva una rissa che dovrebbe essere finita; le sue radici infatti non sono nella cultura liberal-conservatrice delle grandi democrazie occidentali, che hanno prodotto partiti e tradizioni politiche rispettabili e di sicuro spirito democratico come la CDU tedesca o i Tories inglesi.
Purtroppo sono altrove: il PDL nasce dal Berlusconismo, cioè da un autoritarismo paternalista e tutto mediatico e da AN, che ha le sue origini nel Fascismo contro cui ha lottato la Resistenza.
Quindi cosa ci si può aspettare da Ignazio che di secondo nome fa Benito, figlio di un vecchio residuato di senatore missino? Che parli del presente? Del futuro? Della democrazia?
Una volta tanto diciamola con Berlusconi: questi sono turisti della democrazia.

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