venerdì 25 aprile 2008

Il senso del 25 Aprile

Eccoci. Un altro 25 Aprile. Ancora una volta commemoriamo il giorno dell'insurrezione contro i nazifascisti, il giorno della liberazione.
Ancora una volta, mentre il nano di Arcore diserta come sempre l'evento, dal Centrodestra arriva il richiamo a riscoprire la storia, a elaborare valori condivisi e a riconciliarsi superando gli steccati ideologici etc etc... Ma io sono uno di quelli che non si vogliono riconciliare.
Perchè. Il 25 Aprile è il simbolo della rinascita di un paese che era stato oppresso dalla dittatura e travolto dalla guerra. Il 25 Aprile iniziò la fase politica che diede all'Italia la democrazia.
Dall'altra parte, quella con cui bisognerebbe riconciliarsi, c'erano i sostenitori di un'ideologia mostruosa, barbara, che per fortuna è stata sconfitta.
Se si vuole parlare di 25 Aprile, non si può fare a meno di ricordare questo presupposto, questa diversità di posizioni. Nessuna riconciliazione con i fascisti, che in Italia ci sono ancora. A me fanno schifo, li disprezzo.
Naturalmente non si può neanche omettere di ricordare che dentro la Resistenza hanno operato persone e gruppi che si sono posti in contrasto con i valori di quel movimento.
Giampaolo Pansa ne ha parlato e gli va riconosciuto il coraggio di aver toccato un argomento sul quale si è prodotta anche molta retorica, sorvolando o minimizzando i crimini di cui alcuni partigiani si sono macchiati.
Mio padre ricorda che certi partigiani, armi in pugno, intimorivano e rapinavano i contadini. Altri di fede comunista, accecati dall'odio ideologico, hanno torturato e ucciso, talvolta punendo anche innocenti. C'è chi con la Resistenza si è arricchito... E' il fondo oscuro della storia. Le immagini di Piazzale Loreto non sono mai piaciute neanche a me.
Ma la Resistenza non è stata soltanto questo e i comunisti, per quanto numerosi e importanti, ne erano solo una parte.
La Resistenza è stata un fatto, se non di popolo, perlomeno di lotta contro il totalitarismo a cui hanno preso parte cattolici, laici, socialisti, monarchici, militari e gente comune, donne e uomini, vecchi e giovani. Tutte le frange politiche e le categorie sociali dell'Italia di allora.
Con buona pace dei vari Dell'Utri che vorrebbero riscrivere la storia italiana, questo è il senso del 25 Aprile.
Riscoperta e promozione dei valori democratici che vanno sempre innaffiati come le piante, per evitare che si secchino.
Allora ha ragione Beppe Grillo, in un giorno così la sua iniziativa assume un significato ben preciso; oggi è anche il V-Day.
Stamattina sono andato a firmare per i tre referendum. Un'occasione per liberare l'informazione dall'asservimento al potere politico ed economico. Sarà dura riuscirci, ma bisogna provarci.
Lo chiede la democrazia.

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