mercoledì 30 gennaio 2008

Dall'omofobia all'eterofobia

Il ministro dell'istruzione britannico, come riporta il sito del Corriere della Sera, ha proposto che nelle scuole debba essere proibita l'espressione mamma e papà, che dovrebbe essere sostituita da quella, decisamente più anodina, di genitori. Politically correct.
Questo perchè le persone, fin dall'infanzia, dovrebbero essere abituate a considerare l'ipotesi dei genitori dello stesso sesso. Un'iniziativa antiomofobia per favorire la piena integrazione degli omosessuali, suggerita dalla solita agguerrita e creativa associazione per i diritti dei gay.
Si sa che la creatività è una dote che non difetta agli omosessuali.
Due anni fa, se non ricordo male, è esplosa una polemica perchè in alcune aziende non si teneva più il tradizionale party natalizio, per non urtare la sensibilità religiosa dei dipendenti musulmani.
L'Inghilterra, terra d'origine dei diritti, del liberalismo e della democrazia, ogni tanto se ne esce con qualche bizzarria, con qualche proposta che sposta al limite estremo il rispetto dei diritti individuali fino a determinare il risultato opposto. Effetti collaterali disastrosi.
Anche in Italia, tempo addietro, un sindaco di non ricordo quale comune del Nord aveva proposto di non svolgere celebrazioni pubbliche del Natale per non mettere a disagio i residenti extracomunitari di fede islamica.
A Natale del 2006 nella mia Treviso alcune maestre di una elementare non volevano mettere in scena la recita natalizia per gli stessi motivi, provocando l'insurrezione dei genitori (anch'io uso questa parola e mi adeguo al nuovo trend). Da oltremanica al continente, c'è un fenomeno comune.
La nostra civiltà va incontro a una curiosa metamorfosi; ci sono identità culturali, posizioni etiche o religiose, costumi, che secondo alcuni non possono più essere esibiti e praticati nella vita quotidiana. Per non turbare, per non discriminare.
E' un processo che arriva a coinvolgere anche le inclinazioni sessuali e il modello naturale della famiglia.
Un'identità tipica e maggioritaria viene soffocata per favorirne un'altra emergente. Esistono le famiglie composte da genitori di sesso diverso (e sono la quasi totalità, almeno ad oggi), ma non diciamolo, anzi vietiamolo e magari comminiamo anche una multa ai trasgressori. Dall'omofobia ci si sta spostando all'eterofobia?
Se il linguaggio ha un valore nella nostra esistenza, l'espressione "genitori" richiama l'idea del generare, dell'atto della procreazione voluto da una madre di sesso femminile e da un padre di sesso maschile.
Allora, seguendo il ragionamento del ministro inglese e dei suoi consiglieri omosessuali, nemmeno l'espressione genitori va bene.
Come si vede, è un dibattito che si avvita in una spirale di assurdità senza fine. Ed è davvero un'involuzione pericolosa questa delle democrazie occidentali, che nell'affanno di garantire sempre e comunque il politically correct, mettono in crisi tendenze e stili di vita largamente condivisi, abitualmente praticati dai più.
Il rispetto dei diritti delle minoranze non può andare a discapito della maggioranza; questo, in senso logico, è contrario alla democrazia.
I bambini di tutto il continente hanno il pieno diritto di dire mamma e papà, due parole così cariche di bellissimi significati. Con buona pace di politici imbecilli e isteriche suffragette gay.
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