sabato 8 marzo 2008

Legge elettorale: buon motivo per non votare

L'Italia è una repubblica fondata sulle menzogne. I partiti ci stanno raccontando che bisogna andare a votare per dare un governo al paese; per scegliere, con il voto, chi dovrà governare per imprimere finalmente la svolta che il paese sta attendendo.
In realtà il 13 e 14 Aprile si consumerà l'ennesima burletta: i cittadini andranno a votare con una legge elettorale fatta su misura per tutelare gli interessi della partitocrazia e che difficilmente assicurerà un governo stabile e in grado di funzionare.
Questo perchè:
1) il Porcellum non prevede la preferenza, condizione elementare per instaurare un rapporto diretto e autenticamente democratico fra elettore ed eletto.
In questi giorni politici come Fini sostengono che la preferenza si presta a fenomeni di clientelismo, di voto di scambio. Meglio abolirla come ha fatto l'ignobile Porcellum.
Stupidaggini. I comportamenti poco virtuosi che caratterizzano la casta sono il risultato di una carenza di senso della legalità e delle istituzioni; per contrastarla non basta di certo cancellare la preferenza.
Magari saranno direttamente le segreterie nazionali o i leader locali a fare accordi poco limpidi; Berlusconi ha detto che farà il ponte sullo stretto e le cosche della mafia si stanno già fregando le mani, pensando a quanti soldi guadagneranno con gli appalti.
D'altra parte l'ex ministro Lunardi, influente membro di Forza Italia, una volta ha detto che con la mafia bisogna convivere.
2) Gli italiani dovranno scegliere fra uno dei simboli ammessi, sotto cui si presenteranno candidati in liste bloccate decise dalle segreterie nazionali. Prendere o lasciare.
Nelle dittature (come Cuba o la vecchia Unione Sovietica) le leggi elettorali sono simili: l'unica differenza è che nelle dittature corre un solo partito.
Anzi, il Porcellum somiglia molto se vogliamo alla legge Acerbi del 1923 che sancì la vittoria del Fascismo, perchè stabiliva un meccanismo proporzionale e i "listoni" decisi dai partiti.
3) Agli albori della seconda repubblica si diceva "i candidati devono essere espressione del territorio".
Con il Porcellum invece sono espressione della volontà del segretario nazionale o di comitati che si contendono i posti per garantire la rappresentanza delle correnti, come dimostrano le recenti baruffe nel Partito Democratico.
Con risultati a volte paradossali, tipici della tragicommedia italiana, perchè certi candidati vengono imposti dal leader con criteri per così dire metapolitici; il nano di Arcore candiderà la sua massaggiatrice, dopo aver mandato al potere il suo commercialista e il suo avvocato. E' un concetto di clan allargato ai massimi livelli.
4) Dato il grande numero di partiti in corsa, difficilmente il partito vincente avrà i numeri sufficienti per governare in tranquillità. A dispetto delle speranze e dei calcoli dei due big PD e PDL, l'esito non è affatto scontato.
Quindi potremmo ritrovarci con un parlamento frammentato come il precedente, con la logica conseguenza di un governissimo che dovrà fare poi ciò che andava fatto prima: una legge elettorale nuova e un nuovo scioglimento delle camere. Le larghe intese imposte dalla situazione.
Date un voto utile, dice ancora il solito Fini; utile ai cittadini non lo è di sicuro, serve alla casta per continuare nelle sue grandi manovre per il potere.
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