mercoledì 21 maggio 2008

L'ipocrisia del pacchetto sicurezza di Berlusconi

Oggi il nuovo esecutivo berlusconiano si è riunito a Napoli, dove da mesi è in corso il kolossal della monnezza al cui cospetto i film catastrofici di Hollywood impallidiscono.
Mentre ripartono i treni verso la Germania che ci costano una follia, si è deciso che i siti dove verrà sepolta la spazzatura, per ora top secret, saranno protetti dall'esercito. I promotori di eventuali blocchi o altre azioni di disturbo verranno arrestati.
Immagino la delusione di chi ha esposto lo striscione - Silvio santo subito - ; invece di provvedimenti salvifici dall'unto del signore, arriva la minaccia di un soggiorno a Poggioreale.
I sindaci di centrodestra che hanno cavalcato la protesta nei mesi scorsi sono avvertiti, potrebbe toccare anche a loro.
Comunque la si voglia giudicare, è l'ennesima figuraccia che l'Italia trasmette 24 ore al giorno. E' il nostro Grande Fratello collettivo in mondovisione.
Si dice in giro che è in gioco l'immagine del paese: in realtà la nostra immagine è in frantumi da un pezzo.
Ora non resta che raccogliere i cocci se ce la faremo, per mettere pure quelli in qualche discarica.
Tuttavia mi ha colpito di più il varo del pacchetto Maroni, che dovrebbe dare risposta al cosiddetto bisogno di sicurezza dei cittadini.
Non che non ci sia un problema di sicurezza; non che non debbano essere prese energiche contromisure. Sotto quest'aspetto il decreto Maroni ha alcuni aspetti condivisibili.
Ma allargando un pò il ragionamento, o meglio astraendo per un attimo dall'italianissimo can can di polemiche e di commenti delle ultime ore, mi sono trovato a riflettere su un punto.
Gli italiani esprimono il bisogno (legittimo) di essere più tranquilli fra le mura di casa o mentre passeggiano nelle strade delle nostre città.
Non hanno però ancora manifestato il bisogno (altrettanto legittimo e anzi auspicabile) di maggiore legalità.
Questo è il fragile concetto non ancora assimilato nella coscienza di una parte consistente della nostra società.
Una società per la quale vale ancora il giudizio del vecchio Guicciardini, secondo il quale ognuno pensa solo al suo "particulare". Pugno di ferro contro lo straniero, ma a quando il pugno di ferro contro i reprobi italiani?
Bisognerebbe chiedere ai nostri governanti cosa propongono per punire il flagello dei reati ambientali.
O per sanzionare gli evasori fiscali, quelli che assumono i lavoratori in nero (spesso stranieri), che non applicano la 626 in azienda.
Per gli italiani che picchiano la moglie o abusano dei figli, per i delinquenti responsabili dei disordini allo stadio, per i pirati della strada (nel paese del miliardo di euro all'anno di multe), per le banche che non rispettano le normative sui mutui, per chi falsifica i bilanci e così via.
Da noi legalità e sicurezza possono anche andare disgiunte. Tant'è vero che il decreto Maroni si concentra sullo straniero genericamente inteso, detta norme per lui. A livello psicologico passa l'equazione straniero uguale criminale. Ma a parte questo.
Per insegnare la legalità agli altri dovremmo dare noi il buon esempio. Invece ogni giorno tanti di noi mettono in scena uno spettacolo ipocrita di cialtroneria e disonestà.
Chi viene qui deve rispettare le nostre regole, ma le regole quali sono nella terra del particulare?
Dove, per dirla con Wanna Marchi, ogni giorno c'è almeno un coglione da truffare?
Peggio ancora; il motto legge e ordine viene sbandierato da una classe politica che ha un serio problema di credibilità, anche nel nuovo parlamento sono entrati decine di inquisiti e condannati.
A parte qualche voce isolata, nessuno ha chiesto a Berlusconi se intende varare, oltre al pacchetto sicurezza, un provvedimento straordinario per stanziare fondi per l'amministrazione della giustizia.
Che farà per riformare il codice penale, per rendere effettive le pene e più veloci i procedimenti. Perchè non esistono solo i reati di allarme sociale. Esiste un'emergenza giudiziaria globale, il valore della legalità è un ectoplasma.
Le operazioni come il decreto Maroni, vergato da politici con la faccia feroce per compiacere l'opinione pubblica, rispondono solo a un quesito. O forse nemmeno a quello, perchè si innestano sul corpo malato della giustizia.
Facile immaginare che buona parte delle norme andrà a naufragare sulle inefficienze e lentezze del nostro apparato giudiziario e amministrativo.
Così, oltre a non avere la legalità, non avremo neanche la sicurezza promessa. E rimarrà solo l'idea che lo straniero è un delinquente.
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2 commenti:

Filippo Bovo ha detto...

Caro Zadig, eccomi ora qui da te.
Condivido il contenuto del tuo post: una cortina di ipocrisia avvolge il paese, da una parte si fomenta la caccia allo straniero e dall'altra si chiudono gli occhi sui reati fatti in casa, a cominciare da quelli ambientali (ma non solo).
Ciao, Filippo.

Zadig ha detto...

Ciao Filippo.
Yes, è proprio così e sentire personaggi come Cicchitto che dicono che in Italia bisogna ripristinare la legalità....
Non so ridere o mettermi a urlare.